15 Maggio - 31 Ottobre 2010
GALLERIA D’ARTE A KOZINIEC
(filiale del Museo dei Tatra)
Zakopane, Koziniec 8
La montagna non è uno degli argomenti preferiti da inventori ed editori di giochi e sembra quasi che gli autori abbiamo sempre riscontrato una certa difficoltà ad affrontarla. La tavola da gioco possiede sì una determinata lunghezza e una certa larghezza, ma non vi è l’altezza; le pedine si muovono avanti e indietro, di lato o in diagonale, ma raramente in su e in giù.
Di conseguenza, il gioco da tavolo è in netto contrasto con l’ascensione. I monti si erigono sempre dinnanzi a noi. Sono alti, ripidi, aspri e spesso insormontabili. Per dominarli è necessario scalarli, ma come trasporre adeguatamente tutto ciò su un gioco da tavolo?
All’inizio abbiamo i giochi di viaggio dove le montagne vengono irrimediabilmente appianate. Sono spesso giochi di percorso che impongono una determinata rotta, con una partenza ed un arrivo. In un secondo momento le tavole includono le carte geografiche dove l’altezza delle catene montuose è dedotta o dal numero delle isoipse o dal colore.
Le prime scalate dei giganti delle Alpi, che hanno provocato numerose vittime, portano alla creazione di giochi dove la grafica evidenzia la difficoltà di trasmettere l’aspetto ludico del gioco di fronte alle insidie dello scalare la montagna. Ma i giochi rispecchiano anche la conquista dell’altezza con l’ausilio della tecnica: carrozze postali, poi treni, strade, funivie ed infine aerei. Ma non solo, alla fine del XIX secolo subentra una fase nella quale assumono un significato centrale le esplorazioni. Dai viaggi di Stanley in Africa, alle spedizioni di Nansen al Polo Nord, al sorvolo di Byrd del Polo Sud senza dimenticarci dei cercatori d’oro del Klondike. Con la conquista dell’Everest, si cerca di trasporre nel gioco la caratteristica dei monti, la verticalità. Nasce il gioco tridimensionale.
La mostra, organizzata dal Museo Nazionale della Montagna e dalla Regione Piemonte, presenta una selezione della collezione che il Museo ha raccolto durante anni di ricerche: circa 150 pezzi dagli anni Sessanta dell’Ottocento fino alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006.