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Cascina della famiglia Korkosz

 

Cascina della famiglia Korkosz
Czarna Góra, Zagóra 86
 

Czarna Góra è uno dei quattordici villaggi della regione dello Spisz polacco nato a cavallo del XVI e XVII secolo. Nella parte nord di Czarna Góra, presso il casolare chiamato “Zagóra”, si trova una cascina di legno un tempo appartenente ad una famiglia locale abbiente: quella dei Korkosz. La disposizione delle costruzioni è un esempio dello sviluppo delle cascine dello Spisz, che alla fine dell’Ottocento costituivano un nucleo semplice composto da due elementi (casa abitabile e stalla), poi si evolsero sino ad assumere, negli anni ’30 del Novecento, l’aspetto di un complesso di diverse costruzioni. Le costruzioni più antiche furono costruite alla fine del ‘800 da Alojzy Chyżny, il quale, per alcuni anni, soggiornò in America e al suo ritorno al villaggio nel 1919 ampliò la casa aggiungendo un’imponente “stanza grande” con ripostiglio. Il successivo ampliamento della cascina ebbe luogo per mano di Sebastian Korkosz, marito di Elżbieta - figlia di Alojzy. Negli anni ’30 apparvero altre costruzioni rurali: una stalla in pietra e una rimessa. Nella vecchia stalla fu collocato il primo argano del villaggio. L’ultima modifica fu apportata negli anni ‘40 quando, al posto del ripostiglio, fu innalzata la stanza chiamata “estiva” o “signorile” con accesso indipendente attraverso l’atrio adiacente.

Nei tardi anni ’40 la famiglia dei Korkosz si trasferì permanentemente nell’attuale Repubblica Slovacca, dove vive attualmente. Nel 1980 i posteri di Sebastian Korkosz donarono la cascina al Tesoro dello Stato con il desiderio che essa venisse trasformata in museo. Effettuati i lavori di conservazione, il Museo dei Tatra organizzò al suo interno un’esposizione etnografica atta ad illustrare una ricca cascina dello Spisz risalente agli anni fra le due guerre. Nel villaggio, che è in continua evoluzione, la cascina di legno della famiglia Korkosz costituisce un luogo in cui sussiste ancora il mondo della cultura contadina destinato ad un’inesorabile scomparsa.

Le parti abitabili della cascina – anticamera, cucina, “stanza grande” e “stanza estiva” - sono disposte l’una dopo l’altra. Nell’anticamera, abitualmente utilizzata come ripostiglio per utensili domestici, si trovava anche una bottega da falegname; questi eseguiva tutti gli oggetti necessari, a cominciare dai mobili, fino alle stoviglie. Sono presenti anche altri utensili come un contenitore di legno per il latte, un mortaio e una macina a mano. Dall’anticamera si accede alla soffitta, quindi all’izba, nella quale il grano veniva conservato all’interno di un granaio e i prodotti alimentari in casse e madie. La cucina costituiva lo spazio nel quale, prima che venissero costruite le stanze, si concentrava la vita della famiglia. Qui si dormiva, si mangiava, si faceva il pane e si tessevano il lino e la lana.

Dal momento in cui venne aggiunta la “stanza grande”, essa cominciò a fungere da stanza da letto per la famiglia dei Korkosz. Qui si conservavano anche i vestiti da gala, si ricevevano gli ospiti e si svolgevano ricorrenze familiari e anniversari.

L’arredamento della “stanza signorile”, destinata agli ospiti, è rimasto quello degli anni ’40, del tempo della permanenza dei Korkosz. Fu in seguito aggiunto un filatoio tuttora funzionante. Nella stanza si trovano anche sculture e fotografie rappresentanti i membri della famiglia dotati di talento artistico. Sono tra questi alcuni scultori, una pittrice su vetro e tessitrice. Su un palco è collocata la scultura intitolata La caduta di Gesù sotto la croce, opera di Ludwik Korkosz, e dello stesso autore, sulla stufa, una scultura di gesso rappresentante Sebastian Korkosz.

In una delle costruzioni rurali, nella stalla di pietra, desta attenzione la mostra dedicata alla lavorazione del lino, arrangiata con strumenti che servivano per la battitura, la cardatura e la tessitura del lino. Mentre nella rimessa, conformemente alla funzione originale, è presentato un carro contenente due półkoski (cesti intrecciati tipici) posti accanto agli obońki, nei quali veniva trasportato il latte dalle alpi. È presente anche uno strumento di legno che serviva a rialzare la casa per sostituirne la base o la muratura oppure per scavare la cantina.

 


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Translated by Marzena Musiał & Silvia Bruni